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L’impatto dell’AI sul mondo dei contenuti online: Un allarme da Matthew Prince (CEO Cloudflare)
Il web, come lo conosciamo, è a un bivio cruciale. Matthew Prince, CEO di Cloudflare, lancia un monito severo: l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale (AI) e le attuali pratiche dei motori di ricerca stanno minando alla base il modello economico dei contenuti online, mettendo a rischio la sostenibilità di giornalisti, editori e creatori.La Decadenza del Traffico e l’Ascesa dello Scraping:
Dati Allarmanti
Le osservazioni di Prince, basate su dati concreti, rivelano un deterioramento drammatico del rapporto tra pagine scansionate e visitatori reindirizzati ai siti originali:
- Google:
- 10 anni fa: Per ogni 6 pagine scansionate, Google inviava 1 visitatore (rapporto 6:1).
- Oggi: Il rapporto è triplicato, arrivando a 18:1. Questo significa che è tre volte più difficile ottenere traffico da Google rispetto a un decennio fa.
- Ultimi 6 mesi (l’era dell’AI Overview): La situazione è peggiorata ulteriormente di tre volte. L’introduzione di “AI Overview” da parte di Google, che riassume i contenuti direttamente nella pagina dei risultati di ricerca, ha portato il 90% delle query a essere risolte senza che gli utenti clicchino su un singolo link. Un vero “cannibalismo” del traffico.
- AI Generative (dati Cloudflare sul traffico di milioni di siti):
- OpenAI: Sei mesi fa il rapporto era 250:1. Oggi è salito a 1500:1 (sei volte peggio).
- Anthropic: Ancora più estremo: da 6.000:1 sei mesi fa a un impressionante 60.000:1 oggi.
- Questi dati indicano chiaramente che “la gente non sta seguendo le note a piè di pagina”, affidandosi completamente alle risposte fornite dall’AI.
Fonte | 10 anni fa | 6 mesi fa | Oggi (2025) |
6:1 | 18:1 | 54:1* | |
OpenAI | – | 250:1 | 1.500:1 |
Anthropic | – | 6.000:1 | 60.000:1 |
*Nota: Il rapporto Google “Oggi” è peggiorato di 3 volte negli ultimi 6 mesi rispetto a 18:1, quindi stimato a circa 54:1.
I Modelli di Business del Web a Rischio?
Il modello economico del web, basato su abbonamenti, pubblicità e persino la “fama” o l’ego dei creatori, è in rapida dissoluzione:
- Vendita di Abbonamenti: Insostenibile senza traffico diretto.
- Vendita di Pubblicità: Meno impressioni significano meno ricavi.
- Ego e Fama: La visibilità dei contenuti originali si riduce drasticamente, diminuendo la motivazione alla creazione.
“Tutte e tre queste cose stanno scomparendo. E stanno scomparendo velocemente,”
afferma Prince.
La Necessità Imperativa di Creare “Scarsità” di Contenuto
Prince critica l’approccio ingenuo dei creatori di contenuti con le aziende di AI. Il problema fondamentale è la mancanza di “scarsità”: se il contenuto è liberamente e universalmente accessibile, il suo valore economico tende a zero.
Mentre aziende come OpenAI riconoscono la necessità di compensare, il paradosso è che vendono l’accesso ai loro modelli a pagamento, ma ottengono i contenuti altrui gratuitamente. La soluzione proposta è drastica: “è fondamentale restringere il contenuto” e “dire basta, dobbiamo bannare questi bot dal prendere il nostro contenuto.
” Senza questa deliberata creazione di scarsità, i futuri accordi con le aziende AI saranno inevitabilmente svantaggiosi per i creatori.Proposte per Accordi Equi con le Aziende AI: Oltre il Modello “Una Tantum”
Gli attuali accordi “una tantum” (es. “ecco 20 milioni di dollari e ottieni tutto il nostro contenuto”) sono insostenibili. Prince esorta a “progettare questo in modo tale da condividere effettivamente i benefici futuri” e “compensare i creatori di contenuti che stanno aggiungendo valore reale.” Questo implica modelli di royalty, partecipazione agli utili o accordi basati sull’uso continuativo del contenuto.
Siamo in un “momento assolutamente critico” per il futuro della creazione di contenuti web. Le decisioni prese ora determineranno se il web rimarrà un ecosistema fiorente o si trasformerà in una fonte inesauribile e non remunerata per le macchine.
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Fonte: Estratti dalla trascrizione video Twitter – Matthew Prince (CEO Cloudflare) su AI e SEO, da AXIOS LIVE – Cannes Lions 2025.
Relatore: Matthew Prince, CEO di Cloudflare
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